Mostra – TERMINAL
dal 7 dicembre al 15 dicembre 2019Dal 7 al 15 dicembre 2019
Sale Agello
Centro Culturale Sant’Agostino
TERMINAL
Una riflessione contemporanea ispirata da Leonardo da Vinci in una collettiva di artisti provenienti dall’Accademia di Belle Arti di Brera.
Michele Balzari, Matilde Bonaita, Margherita Calvanelli, Alessia Ceraolo, Valentina Gelain, Bekim Hasaj, Gloria Veronica Lavagnini, Daniele Locci, Michele Mariani, Emil Pejtamalli
Curatori: Monti Stefano e Giulia Morichi Python
Terminal è la terza e ultima mostra del ciclo #ccsacontemporaneo, per l’anno 2019, progetto dell’Assessorato alla cultura del Comune di Crema nato per dare spazio alla ricerca artistica e avvicinare il pubblico agli artisti emergenti.
L’esposizione ripercorre i luoghi della vita di Leonardo da Vinci: figura poliedrica, ha lasciato un marchio indelebile non solo nella cultura italiana, ma in Europa. In quasi settant’anni di vita, e con migliaia di chilometri percorsi per il territorio italico e francese, l’artista fa proprio il ruolo di viaggiatore e diviene simbolo di un allontanamento progressivo ma necessario dalla propria terra verso paesi diversi, lasciando la Toscana per Milano, Venezia, Roma e poi la Francia. Seguendo queste le tracce, la mostra si propone di affrontare, attraverso gli sguardi di giovani artisti contemporanei, il tema dell’allontanamento dalla terra natia, in un mondo che si fa sempre più piccolo e conosciuto.
Inaugurazione: 7/12/2019 ore 18
Orari:
– Domenica 8: 15.00-18.30
– Lunedì: chiuso
– Martedì-venerdì: 15.00-18.00
– Sabato 14: 15.00-18.30
– Domenica 15: 10.30-13.00
Nella gallery:
SKYLINE IMMAGINARIO N7 LE CITTÁ DI LEONARDO di Daniele Locci
Skyline Immaginario N7, Le Città di Leonardo da Vinci, 90x45cm, acquarello e uniposca su carta, 2019
In questo Skyline Immaginario omaggio a Leonardo Da Vinci, sono assemblate tra loro le città più importanti in cui l’artista ha soggiornato nel corso della propria vita: Firenze, Milano, Venezia, Genova, Urbino, Mantova, Roma, Pavia, Cesena, Como, ed il castello di Clos-Lucé situato in Francia, dove morì nel 1519. Gli edifici che compongono l’opera sono raffigurati dai più svariati punti di vista: frontalmente, dal basso, di scorcio… e questi, tanto quanto l’uomo vitruviano non hanno alcun rapporto dimensionale realistico, l’uomo è posto al centro dell’opera per sottolinearne l’importanza in quanto essere di ingegno universale, creatore delle città razionali in cui vive. Figura quella umana, che si staglia sullo sfondo in cui la città è rappresentata dall’alto sottoforma di mappa urbana.
L’OCCHIO DEL NIBBIO di Valentina Gelain e Bekim Hasaj
L’occhio del nibbio, 3’18”, video, 2019
È la prima esperienza video dei ragazzi di Black Box Genesis. I due artisti hanno voluto sperimentare questa tecnica per il ciclo di esibizioni Terminal-una riflessione contemporanea ispirata a Leonardo Da Vinci. Riprendendo il nome di una delle più celebri invenzioni del Maestro, Valentina Gelain e Bekim Hasaj hanno usato l’uccello come metafora del cambiamento, della necessità di spostarsi, a volte, per sopravvivere. Spostarsi come fanno tanti artisti per poter dare una speranza alla loro vocazione, il dover seguire la giusta corrente volando verso il loro destino… destino che potrà concludere soltanto la morte.
TANKBOY di Michele Mariani
Tankboy, 30×40 cm, acrilico spugnato su carta, 2019
Un bambino partorito da un carro armato. Una simile ibridazione è resa possibile dall’accostamento di due bozzetti di Leonardo, lo studio dei “feti nell’ utero” e il progetto del “carro coperto” i cui modelli
ricostruiti sono esposti a Firenze e ad Amboise. Il carro, concepito dall’ingegno sottile e dall’amore per lo studio, diventa una fredda matrice che ha in sé tanto l’ardore creativo di chi l’ha disegnato quanto il fine
irrimediabilmente distruttivo. I contemporanei di Leonardo si interrogavano se i feti avessero o meno un’anima propria o se condividessero semplicemente lo spazio spirituale della madre. La macchina cova e
partorisce il suo creatore, finché pure i confini dell’umano ne risultano alterati e sfumati. I disegni sono realizzati con spugne imbevute di colore acrilico, aderendone la texture alla superficie della carta.
L’apparenza grezza e quasi terrosa derivata dalla spugna non offre soluzione di continuità tra il grembo e il feto rappresentati, come fossero fatti della stessa materia.
IL RITMO DELLA TERRA di Margherita Calvanelli
Nella serie di fotografie, l’immobile serenità delle colline toscane ci ricorda di un tempo che non conosce la frenesia contemporanea. Il gesto dell’attesa è proposto dall’artista nell’atto do cogliere un istante che è sintesi. La ruota delle stagioni che detta i ritmi della terra è il ritmo della vita stessa intrappolata in un’immagine.
LA VIGNA DI LEONARDO, CASA DEGLI ATELLANI E PONTE DELLE GABELLE di Matilde Bonaita
In questi scatti, realizzati appositamente in occasione del 500esimo anniversario della morte di Leonardo, Matilde, fotografa e artista milanese, ha voluto ripercorrere alcuni tra i luoghi più significativi del periodo milanese della vita del grande Leonardo da Vinci. In particolare l’attenzione dell’artista si è rivolta: alla Conca dell’Incoronata e Ponte delle Gabelle, alla Vigna di Leonardo e alla Casa degli Atellani.
NACQUI QUI di Michele Balzari
Nacqui qui è lo stereotipo di un paesaggio toscano: un casolare, le colline, i cipressi. Immagino Leonardo assorto nei suoi studi, all’improvviso si ritrova a pensare a Vinci. La sua mano involontariamente traccia a bordo pagina i contorni dei luoghi un tempo familiari, i luoghi dell’infanzia tanto amati, casa sua.